Appunti di viaggio

LE PARETI HAN CEDUTO

30 studenti seduti in una stanza le cui pareti han ceduto dopo poche ore. Hanno ceduto per le botte di parole partite e poi scagliate contro ciò che ci trattiene. 30 voci diverse che si elevano leggere, superando la barriera della timidezza. 30 menti che giorno dopo giorno son state capaci di aprire un po’ di occhi su questo mondo che pur cambiando, ci fa capire che in fondo “certi mondi” non cambiano mai. C’è un mondo in una pajara senza più il tetto, un altro (chissà quanto grande) in un sentiero più o meno nascosto, e scusate se siamo stati anche capaci di perderci in ognuno di questi mondi. Ci siamo persi un po’ tutti, presi per mano a chi suona sempre con lo stesso plettro, a chi legge parole venute fuori dagli occhi, anche se non sempre gli occhi erano di chi leggeva, a chi poi, lascia le parole agli altri, forse perché crede che per spiegare tutto bastino i gesti, o magari semplicemente non aveva labbra abbastanza grandi per parlare, ma aveva pur sempre lacrime da darci (e se non è coraggio questo…). E così ci siamo ritrovati a camminare su strade nuove, nuove perché le abbiamo colorate noi, camminavamo sempre con le solite scarpe, ma col cuore che cambiava e che ci cambiava. E c’è chi cambia guardando il cielo senza dover andare avanti per il ritardo, chi si ferma a fotografare un fiore, chi presta un sorriso e non lo chiede indietro, chi saluta i proprio mostri e fa tornare le lacrime agli occhi, ed all’inizio fanno più male, ma poi si impara a far passare il dolore.
E voi ci direte che è stato solo un corso, ma se provaste ad entrare nelle nostre teste, e a guardare fuori con i nostri occhi, vedreste quanti colori abbiamo trovato al posto di quel grigio, quante novità per le vostre abitudini, quanti altri occhi ti piegano i ginocchi soltanto a guardarli, e ci son mani che stupidamente avremmo stretto senza metterci l’anima, ma ora, tutti e 30, stringiamo la mano di Beatrice, una donna che continuamente ci ha inseguiti per soffiarci sugli occhi e scacciar via i filtri sporchi che ci impedivano di guardare l’incessante espandersi dei mondi, che comunque si fanno trovare, sempre puntuali, appena fuori dalla porta. E semmai qualcuno dovesse voltarsi indietro e non riuscisse a trovare nulla da raccontare, credo proprio che sarebbe lui a non saper guardare.

Roberto


PERDITI

Ritrovarsi per perdersi

...perdersi per ritrovarsi....


                                                                                      ...perditi per ritrovarti..


Un non luogo in un non tempo in un non so dove...
Ti sei perso: ritrovati...

...in un fiore in un odore in un sentiero in un albero nero
                             
                             ...sotto un ponte 

                                                                                              all'orizzonte.

Una nota.

E' lì l' uomo che suona la natura con una fisarmonica armonia

                                                                                                       L'indizio


...vibrano sei corde, batte uno jambè, soffia un flauto...

Ammira....
Avverti....
Assapora...
Annusa...
Accarezza.

...sei a casa..

Ora ti sei ritrovato.....


                                Perditi


Marina

DIARIO-MANIFESTO DI UNA CAMMINATA
A cura di Elisa, Enrico,  Federica, Rocchetta, Irene, Natasha, Guglielmo,

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(Il ponte dei rumori)
Ascolta uno straniero che suona il rumore della musica: si accartoccia.
Note sfocate si librano nell'aria e catturano il nettare delle nostre voci. I
celeri viandanti ci attraversano. L'arcuata schiena di un ponte riposa su di
noi.
(Posto Trovato!) 
Respirando il tempo, le lacrime nel vento. Le mani: persone. Volano insieme, contrarie, unite. Il viaggio nel tempo osserva sempre lontanissimo dove l’infinito scoraggia gli occhi. Respira! Corri proprio lì, dove  l’infinito scoraggia gli occhi ma fa vivere il cuore.
(Un sentiero nascosto)
Una sgargiante cascata di foglie
incendia i nostri occhi,
e il riverbero vermiglio della lingua
incandescente ci tenta nell'esplorare
l'ignoto

(La donna- ulivo)
Gli occhi si adagiano sulla natura, vaganti senza luogo, sublime.
Una donna si scaglia imponente dalla terra generatrice: le sue braccia, rami; il suo corpo, tronco. Il capo, assente. È forse Dafne? 
(Alberelli neri)
Esplorando oltre la città
 Tante ore passate, ma non abbastanza
stanco, non del tempo
 Parole ormai nere
 Almeno son pensieri
(Il Confine)
Divide gli uomini e dà indipendenza.Si sorpassa, si attraversa, si salta. Può
essere naturale o creato dall'immaginazione, da qualcuno che ha detto: "qui!".

(Il paradiso del matematico impertinente)
Invano provo a pesare
luci e ombre,
massa informe.
Contemplo un mondo
nero e bianco:
è un vorticare incessante di sfumature grigie.
Cerco di coglierle avidamente,
di ricondurle alla mia ragione
senza speranze,
e mi giro e mi rigiro..
E mi perdo.



(L’incrocio dell Llorona)

Giunto alla fine del percorso, l'incrocio della Llorona. Invoca il suo
spirito, lasciati trasportare dalla sua melodia e guidare dai suoi passi.
Ritrova te stesso: stupisciti.



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